28/31 gennaio 1918 battaglia Dei Tre Monti

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    1915 - 1918
    battaglia_dei_tre_monti
    ​​​​La Battaglia dei Tre Monti fu in realtà una serie di battaglie combattute per la conquista dei Tre Monti: il Col del Rosso, il Col d'Ecchele ed il Monte Valbella, sull'Altopiano dei Sette Comuni, in Provincia di Vicenza.
    2097_SALMERIE
    Fu, probabilmente, la più grande battaglia d'artiglieria campale della Prima guerra mondiale. La prima Battaglia dei Tre Monti fu combattuta dal 28 al 31 gennaio 1918; mentre la seconda battaglia ebbe luogo il giorno 30 giugno dello stesso anno. Essa è stata la prima vittoria offensiva del Regio Esercito italiano dopo Caporetto. Il 27 gennaio 1918 dopo un fuoco di preparazione su Ave-Zocchi ed azioni di pattuglie e nella notte alpini in azione a S. Francesco, iniziò il contrattacco italiano sui "tre monti".
    2R_ADAMELLO_BOMBARDA_240_L
    (ADAMELLO BOMBARDA)
    1001GRANATA_DA_280_PER_OBICE
    (GRANATA DA 280 PER OBICE)
    ​Alle 6.30 del 28 gennaio 1918 dopo un‘iniziale tiro di preparazione (a gas in Frenzela e Val Miela) la 2a compagnia del LXI btg. bersaglieri attaccò Zocchi.
    Le rimanenti compagnie del LXI attaccarono il Sisemol ed il LXX bersaglieri Ronco di Carbon col IV assaltatori. All'alba mossero anche le colonne del 5º reggimento bersaglieri. Alle 9.30 la colonna di sinistra (XIV btg.) attaccò da Valbella su Stenfle ma un razzo rosso austriaco ingannò le artiglierie italiane che spostarono il fuoco in avanti.
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    (Brigata Regina)
    Le nostre truppe furono respinte. La colonna destra (XXIV btg.) avanzò verso la Val Fonda tentando di avvolgere la ridotta di Costalunga, mentre al centro dovette serrare il LVI btg. ma furono subito costretti a ritirarsi. Alle 9.30 attaccò anche la Sassari su Col del Rosso.

    La colonna destra (III/151°) e la colonna sinistra (II/151°) avanzarono appoggiati dal I/151° verso Echele attaccato dal III/152°. Alle 10.30 arrivarono oltre Casera Melaghetto, alle 11.30 alla testata di Val Fonda e Val Fontana. Sulla destra si agganciarono i btg. Tirano e Baldo a Case Echele ma vennero bloccati a case Ruggi. Col del Rosso fu preso.

    Ma il contrattacco austriaco ricacciò la Sassari sotto Col del Rosso e gli austriaci ritornarono alla selletta tra Rosso ed Echele ed a Case Caporai. Alle ore 11: avanzata sulla destra grazie alla conquista dei roccioni del Sasso Rosso (btg. Stelvio e Adige) mentre il Bassano, il Baldo ed il Tirano ripresero q. 1039. Grazie a ciò la linea q.1039-Echele-Rosso fu in mano italiana. La linea austriaca del Sisemol - Valbella - Col del Rosso - Col d'Ecchele venne allora pesantemente battuta dal tiro delle artiglierie italiane che eseguirono anche un efficace tiro di controbatteria.
    Sul Valbella i bersaglieri del 5º reggimento con arditi del II btg. d'assalto conquistarono le trincee sommitali. A questo punto un razzo di segnalazione Very rosso, lanciato dagli austriaci, trasse ancora in inganno l'artiglieria italiana facendo mancare il fuoco di appoggio. Per tale motivo il contrattacco austriaco sul Valbella respinse gli italiani con gravi perdite. Intanto i fanti della Sassari, assieme ad un battaglione della Liguria, conquistarono Col del Rosso e Col d'Ecchele collegando la linea a monte Melaghetto. Truppe alpine attaccarono a Case d'Ecchele e Case Ruggi, arrivando a nord sino al versante destro della Val Scura.
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    BATTERIA IN AZIONE
    Sul Sasso Rosso, dove resistevano gli alpini del Vicenza, i rinforzi dei btg. Val d'Adige e Stelvio occuparono le posizioni austriache. Tra Val Melago e Val Frenzela caddero in mani italiane 1800 austroungarici prigionieri. Il 29 gennaio il generale Piola Caselli, ordinò l'attacco a Valbella su tre colonne: a sinistra la colonna Mozzoni (una compagnia del IV assaltatori con il LXI bersaglieri e reparti del XIV battaglione bersaglieri e due compagnie mitraglieri) al centro la colonna Besozzi (il XVI reparto assaltatori con parte del LXVI bersaglieri) a destra la colonna Ricciardi (una compagnia del IV assaltatori, il LIV bersaglieri e nuclei dei battaglioni XXIV e LXXII) riserve a Busa del Termine XL bersaglieri e due compagnie mitraglieri. Tra le 9.30 e le 10 mossero all’attacco i bersaglieri. Alle 13 Valbella cadde. Alle 15.30 iniziò però pronto ed immediato il bombardamento nemico e contrattacco con gli austriaci in cresta, ma i fanti della Bisagno riuscirono a ristabilire la linea. Venne finalmente conquistato anche monte Valbella grazie a ripetuti assalti della IV brigata bersaglieri.
    A sera si concluse la vittoriosa battaglia offensiva dei "Tre monti" con la completa riconquista italiana delle posizioni perdute a fine dicembre 1917. Si delineò così il fronte definitivo che caratterizzerà l'andamento delle operazioni nel 1918. Da allora vi furono solo lievi rettifiche. Le perdite sul fronte austriaco furono ingenti: circa 2.000 uomini e circa 150 ufficiali tra morti, feriti e dispersi e circa 100 ufficiali e 2500 soldati caduti in mano italiana; ingente anche il materiale bellico: 6 cannoni, circa 100 mitragliatrici e materiale vario. Da parte italiana: 5240 uomini (268 ufficiali di cui 45 morti, 185 feriti e 38 dispersi - 4972 soldati di cui 534 morti, 3152 feriti e 1286 dispersi).
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    ISCAG MORTAIO
    Il bollettino austriaco dà come prigionieri 20 ufficiali e 790 soldati. Alla vigilia della grande battaglia (la seconda battaglia dei tre monti), il 9 giugno, gli italiani schierarono la 12ª divisione tra Sculazzon ed il Ghelpac sino a Corbin. Il reggimento britannico Warwickshire btg. I/V si trovava davanti a Cesuna sino a Perghele collegato all'I/V Glosters davanti al Lemerle. Affiancava i Glosters il I/IV Oxfordshire & Bucks sino a q. 1021 sulla Boscon switch. Da qui iniziavano le truppe della 23ª divisione Tra Boscon e Kaberlaba stavano i btgg. II Norths, 12° e 13° Durham. A S. Sisto il 9° York & Lanc. affiancato dal II Sherwood. Il fronte affidato alle truppe francesi si estendeva imperniato sul saliente di Capitello Pennar.

    Il 15 giugno 1918 gli Schützen della 26ª divisione austriaca ebbero ragione del battaglione della Padova schierato all'Echele rioccupandolo. Accerchiati anche gli italiani di Pizzo Rasea. Le nostre truppe ripiegavano nella seconda linea Costalunga-Busa del Termine-Cischietto-case Lobba-Col dei Noselari. Nel pomeriggio il 242º reggimento ed il V gruppo alpini contrattaccavano riprendendo elementi della linea Costalunga-Pizzo Razea (prima) e i Tre Monti (dopo). Si combatté anche a cima Echar.
    Cima_Val_Bella_-_Dopo_la_nostra_riconquista_13
    (Cima bella dopo la riconquista)
    La prima linea tuttavia rimase in mano austriaca. Il 28 giugno iniziò il tiro di distruzione contro Col del Rosso e Valbella. Alle 5.30 del 30 giugno un gruppo formato da un battaglione del 9º fanteria Regina, una compagnia di bersaglieri e due di cechi attaccò Valbella; due compagnie della Lecce attaccarono Melaghetto e due della Teramo l'Echele. Riuscì solo l'assalto di Valbella. L’attacco iniziò con la consueta preparazione d'artiglieria appoggiata dai cannoni francesi. Alle 10 una compagnia della brigata Lecce con un nucleo di zappatori e di arditi occupava casera Melaghetto. Al centro un battaglione della Teramo occupava la cresta di Col del Rosso e ne completava la conquista. Difficile fu invece l'assalto all'Echele dove solo dopo 9 ore i fanti della Teramo si schierarono sulla cima. Contrattacchi ed attacchi locali continuarono sino al 2 luglio con la completa conquista della linea perduta.
    DIAZ_ARMANDO_862
    ARMANDO DIAZ
    Le perdite austriache ammontarono a circa 2000 prigionieri, 51 mitraglie e 4 cannoni; vennero riprese 15 bombarde perdute il 15 giugno. Le perdite italiane furono di 552 soldati di cui 82 cechi.

    Fonte:la difesa
     
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