|
|
Devo dire che tra i sigilli candidati fino ad ora al contest, ve sono parecchi di molto belli ed interessanti. Questo mi ha messo un poco in difficoltà nello scegliere il mio "campione". Così, per questa volta, ho pensato di non seguire un criterio meramente "estetico" nella sua scelta, e nemmeno uno squisitamente storico. La scelta di questo piombo è invece tutta emotiva ed evocativa.. Vedremo se saprà strappare almeno un voto, o un plauso simbolico della giuria.
Eccolo, lo trovai tempo fa nelle campagne venete.
Si tratta di un sigillo di garanzia delle merci del Molino Stucky di Venezia. Per chi non ha mai vissuto a Venezia, questo nome può apparire insignificante. Ma per i veneziani e per chi si è immerso un poco nella storia sociale di questa città, questo nome è invece assai evocativo. Il Molino Stucky è stato infatti una delle principali strutture industriali della città. Al momento della sua costruzione a fine '800 era all'avanguardia dal punto di vista tecnologico ed impiegava fino a 1500 operai nella produzione di farina. Anche dal punto di vista architettonico il Molino, con le sue linee neogotiche, è diventato un elemento familiare e immediatamente riconoscibile nel panorama veneziano. Tra l'altro il Molino, situato nell'Isola della Giudecca, è ben ammirabile da alcune zone importanti e pienamente vissute della città come le Zattere o la Dogana.
Ma il Molino Stucky non è stato solamente un'azienda o un impianto industriale. Per i veneziani lo Stucky è divenuto un vero e proprio "luogo della memoria" a causa della lunga lotta che gli operai e le loro famiglie hanno dovuto mettere in campo per impedirne la chiusura a metà anni '50. Il "castello", come è stato soprannominato, venne infatti occupato per ben 46 giorni dai lavoratori e dalle loro famiglie! Durante questa lunga occupazione i lavoratori si organizzarono per affrontare la difesa della struttura ma anche per i momenti ricreativi e per propagandare le proprie ragioni al resto della popolazione e all'opinione pubblica. Ad esempio in alcune occasioni, come durante la sentitissima festa del Redentore, i lavoratori e le loro famiglie scesero in corteo sul Canal Grande a bordo dei grandi barconi adibiti al trasporto delle farine. Del resto in città vi fu una grandissima simpatia e solidarietà nei confronti degli occupanti dello Stucky che si concretizzarono, ad esempio, con la nascita di un Comitato di difesa pro-Stucky.
Nonostante tutto questo, nel 1955 si giunse inesorabilmente alla chiusura del Molino che rimase in condizioni di semi-abbandono fino alla sua recente conversione in struttura alberghiera di lusso. La chiusura dello Stucky ha rappresentato quindi per la città di Venezia non solo la perdita di centinaia di posti di lavoro, ma anche un passo decisivo nel processo di deindustrializzazione del centro storico e nella sua trasformazione in una sorta di Disneyland lagunare, così come la conosciamo oggi.
Incredibile quanti sprazzi di storia e quante emozioni possano scaturire da un piccolo ed umilissimo sigillo in piombo come questo. Non è vero?
|
|